L’Italicum non cambia verso

Il nome dice tutto. “Italicum”, perché l’unica caratteristica riassumibile in un termine è la italianità della legge elettorale proposta da Renzi. Ovvero, il fatto che da nessun’altra parte del mondo esista qualcosa di anche lontanamente simile.

Provo a riassumere (compito improbo). Ci sono delle circoscrizioni piccole, che elegogno 5-6 deputati ognuna. Quindi non è un sistema maggioritario, la base è una sorta di proporzionale. Ma di “coalizione”, perché esiste un premio di maggioranza (nazionale) per la coalizione più votata e soglie di sbarramento differenti per coalizioni e partiti che si presentano da soli. Ma il premio di maggioranza va solo alla coalizione che prende almeno il 35%. Altrimenti secondo turno, per assegnare un premio che, comunque, porti al 53%-55% dei parlamentari.

Un porcellum ridotto (per aggirare la incostituzionalità insita nelle liste lunghe delle circoscrizioni senza preferenza) e prolungato (ove si vada al secondo turno per assegnare il premio di maggioranza).

Una roba che nemmeno la mente più contorta poteva elaborare.

Renzi e Berlusconi, invece, si.

E il punto è che si tratta di un compromesso al ribasso, che mette d’accordo i partiti più grandi per forzare gli altri a coalizzarsi o scomparire, che prova a inventare un bipolarismo che, nei fatti non c’è. La inevitabile conseguenza del trattare la legge elettorale con Silvio Berlusconi.

E qui andiamo al famoso “incontro”. Ora, che le critiche vengano da chi con Berlusconi abbia governato non toglie che è imbarazzante che chi si presenta come il nuovo e bla bla bla vada ad accordarsi su una legge elettorale allucinante con chi, adesso, è il leader pregiudicato di un partito in minoranza. Se Renzi sarà l’ennesimo a resuscitare Berlusconi, questo si vedrà.

Io temo che il sindaco di Firenze si stia sopravvalutando. Che creda di essere talmente forte da poter far accettare quel che vuole a chi lo dovrà votare. Anche una legge elettorale senza capo ne coda. E invece, io credo che il fascino per Renzi sia molto minoritario, e che il suo grande successo alle primarie sia più legato alla stanchezza dell’elettore del PD che ad una reale attrazione politica. E temo che azioni di questo genere possano fortemente indebolire il segretario del PD, dipingendolo come “uguale” a chi gli è venuto prima, ai D’Alema, ai Veltroni.

Personalmente, credo che lo sia, e questa legge elettorale, per come proposta, per come ideata, lo dimostra. E temo che lo stiano scoprendo anche gli altri. Condannando il PD all’ennesima mazzata elettorale prossima ventura.

L’Italicum, no, non lo cambia il verso. Affatto.

About Simone Tulumello

Researcher in Planning and Geography at ULisboa, Institute of Social Sciences. Keen on cities, politics, photography and electronic music. Lover of cities, especially Palermo and Lisbon, in a complicated relationship with Memphis TN.
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