DDL Madia: game over, beni culturali

Tomaso Montanari titola Game over su Eddyburg*. Un organo ben più istituzionale, il Consiglio Superiore dei Beni culturali, massimo organo tecnico del Ministero per i Beni Culturali (MiBACT), ha approvato una mozione che avverte che la legge Madia può mettere «in pericolo l’esistenza stessa» del MiBACT.

Intanto, l’articolo 8 della legge Madia sulle Pubbliche Amministrazioni dà il colpo di grazia una dele grandi eccellenze italiane, già messa in crisi da decenni di disinvestimenti e attacchi retorici e virulenti: il sistema di protezione dei Beni Cultural e Ambientali (BBCCAA), ovvero il sistema delle soprintendenze.

Lo fa con una doppia mossa. Primo, da organi indipendenti dallo stato, le sopritendenze diventano un braccio del governo, confluendo nelle prefetture (si, da oggi i responsabili per l’ordine pubblico sono i diretti superiori dei responsabili per i BBCCAA). Secondo, si introduce il silenzio assenso: qualsiasi sia la richiesta in ballo (che so, una autostrada in un parco), se entro 90 giorni non viene data risposta, la richiesta si considera approvata.

Ancora una volta, questo governo si sta dimostrando il finalizzatore di una lunga strategia di demolizione dei beni pubblici e comuni. Le soprintendenze sono in crisi da lunghissimo tempo, da una parte per la assenza di risorse umane e materiali («nelle soprintendenze non c’è più nessuno, per il blocco del turn over. Non hanno più mezzi: basta auto di servizio, non più cellulari, non c’è manco la carta», di nuovo Montanari), dall’altra perché non immuni da giochi di potere. Un governo che avesse interesse ai BBCCAA avrebbe pensato a riformare le soprintendenze, fornendo loro le risorse per operare, preparando linee guida rigorose e, a quel punto, pretendendo tempi ragionevoli (ma mai col silenzio assenso, piuttosto con premialità positive e negative per i dirigenti!).

Il governo Renzi, invece, finalizza, chiudendo bottega: basta soprintendenze, che diventano passacarte dei palazzinari e dello stato. Spiega altrove Montanari: «un potere tecnico (quello delle soprintendenze, una sorta di magistratura del territorio e del patrimonio) che rispondeva solo alla legge, alla scienza e alla coscienza da oggi confluisce nel potere esecutivo. Se il governo vuol fare un’autostrada in un bosco secolare o in un centro storico, lo chiede a qualcuno che è diretto dai prefetti: cioè sostanzialmente a se stesso. Addio territorio italiano».

In questo quadro, fa rabbrividire la risposta del ministro responsabile, l’eroico Franceschini, ovvero il suo silenzio.

Perché, intanto, il ministro si balocca con gli 80 milioni di euro di opere per alcuni dei grandi musei italiani. Per carità, una buona notizia (con eccezione, forse, del caso del Colosseo che sembra destinato a diventare una sorta di parco giochi per ricchi). Ma che assume ben altro rilievo nel giorno in cui il sistema dei BBCCAA viene distrutto.

Un contentino per far tacere il ministro, da una parte. Ma, allo stesso tempo, un’ulteriore prova di una strategia di gestione mercantilistica dei beni culturali: investire sui beni più popolari e fruibili, accentrare su quelli gli interessi pubblici e renderli allo stesso tempo più appetibili da un punto di vista commerciale, mentre si abbandona a se stesso tutto il tessuto minuto e continuo del patrimonio paesaggistico, urbanistico e architettonico italiano (che è quello che COSTITUISCE l’Italia).

Una idea dei BBCCAA mercantilista, con i pezzi pregiati da esporre in vetrina (e noleggiare di tanto in tanto) e i pezzi di poco conto da lasciare al loro destino.

E allora, si, game over: almeno finché non saremo in grado di costruire una alternativa politica ad una cultura di governo (di cui Renzi è solo l’espressione ultima e più pura) per cui il valore (dei BBCCAA come di qualsiasi altro aspetto della vita collettiva) si calcola solo in termini economici e di profitto.

 

* Per chi non lo conoscesse, Eddyburg è uno splendido blog collettivo animato da quel che resta della cultura urbanistica critica italiana.

About Simone Tulumello

Researcher in Planning and Geography at ULisboa, Institute of Social Sciences. Keen on cities, politics, photography and electronic music. Lover of cities, especially Palermo and Lisbon, in a complicated relationship with Memphis TN.
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