Sicilia Futuro e lo spreco di fondi europei

Siccome si parla spesso di spreco di fondi europei, è utile portare qualche esempio pratico. La “Sovvenzione Globale Sicilia Futuro” è una misura attivata dal Dipartimento regionale per la Formazione Professionale per finanziare attività di alta specializzazione, ricerca e ricerca applicata.

Si tratta di circa 40 milioni di euro divisi in un 5 misure. Il dipartimento ha deciso di non mandare avanti direttamente la sovvenzione, ma di selezionare un “organismo intermedio”: si tratta di una cordata guidata dall’Irfis. Non ho trovato i dati online, ma mi risulta che i costi di gestione ammontino intorno ai 2 milioni di euro (per scrivere una dozzina di bandi, fare le relative selezioni, trasferire i fondi e controllare il processo di spesa). Abbastanza generoso.

Ma fin qui, bazzecole.

Delle 5 misure, finora solo una risulta attiva (ricordiamo che formalmente la programmazione termina nel 2013 e tutti si basa sulla attesa proroga di 2 anni fino al 2015). La misura attiva, giunta alla seconda finestra, finanzia giovani siciliani che intendano frequentare corsi di specializzazione e formazione post-lauream fuori dalla Sicilia. Il finanziamento è ottimo: fino a 50.000 euro per le tasse di iscrizione, 1.500 euro al mese per il mantenimento nel luogo di frequenza e altri contributi per i trasferimenti.

Una ottima opportunità, con una disponibilità finanziaria adeguata anche a frequentare i più prestigiosi master anglosassoni. Eppure la prima finestra è stata un sostanziale fallimento, dei 7 e passa milioni di euro disponibili, ne sono stati impegnati appena 1,5 e la lista dei vincitori di finanziamento dimostra come i singoli contributi siano mediamente molto bassi, realisticamente nessuno ha chiesto finanziamenti per master particolarmente prestigiosi (ci sono progetti finanziati per 3.000 euro, che non possono coprire più di un mese di durata di corso…).

Le ragioni? Sarà forse la spiccata pigrizia dei siciliani?

In realtà la ragione è un bando scritto male, malissimo, da persone che, evidentemente, ignorano alcuni dei principi base della offerta didattica alta, soprattutto fuori dall’Italia.

Faccio qualche esempio. La prima finestra scadeva a settembre 2012 e richiedeva che i corsi iniziassero entro ottobre 2012. I risultati sono arrivati a dicembre (dopo l’inizio è previsto dei corsi). Era richiesta anche la iscrizione o la pre-iscrizione al corso al momento della consegna della proposta. Chiunque sa che un master in MBA in Inghilterra non ti fa neanche avvicinare alle aule se non versi la quota di iscrizione: insomma, per partecipare a corsi prestigiosi era necessario iscriversi, anticipando migliaia se non decine di migliaia di euro, per poi sperare di non essere esclusi per una questione formale (come è successo a moltissimi) e di passare le selezioni. Insomma, borse di studio per chi il master prestigioso se lo può pagare lo stesso.

Per partecipare alla selezione bisognava essere in possesso di laurea di secondo livello (magistrale o specialistica) e il corso doveva essere “post-lauream”, come un master italiano di 2° livello o un corso di specializzazione. Erano anche ammissibili i master all’estero: evidentemente chi ha scritto il bando ignora che i master, fuori dall’Italia, sono le LAUREE SPECIALISTICHE e che non esistono master di 2° livello. Insomma, per andare all’estero si può partecipare ad un corso per ottenere un titolo che già si ha, in Italia non si può partecipare a corsi come master internazionali con prima sede in Italia perché non riconosciuti come “post-lauream”.

Potrei continuare, ma credo che questi esempi siano sufficienti a comprendere in che mani si siano messi 40 milioni di euro che dovrebbero servire a formare i nostri giovani migliori. 40 milioni di euro che, se non spenderemo, perderemo. Come centinaia di altri delle ultime programmazioni europee.

La seconda finestra, appena aperta, non ha risolto queste questioni (qui il bando e la documentazione) e si prospetta un ennesimo fallimento.

Mi domando se la nuova giunta e, quindi, l’assessore responsabile intendano affrontare questo nodo o meno. Chissà che il nuovo assessore riesca a smentire i forti dubbi che ho espresso sulla sua adeguatezza. Sinceramente lo spero.